BIBLIOTECA FRANCO SERANTINI
(QUASI)
TUTTI I LIBRI MANCANTI IN ARRIVO PER NOVEMBRE
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ARDITI
NON GENDARMI! DALL'ARDITISMO DI GUERRA AGLI ARDITI DEL POPOLO, 1917-1922 ESAURITO Ancora oggi
non si sa molto degli Arditi del popolo quei partigiani ante litteram
che a viso aperto combatterono, strada per strada, lo squadrismo fascista
prima che questo divenisse regime; tale esperienza conserva le apparenze
del precedente troppo scomodo, quasi rappresentasse l'ombra di uno di
quei "se..." che non hanno fatto la storia. Per la storiografia legata
alla Destra, nonostante i declamati "revisionismi", rimane inammissibile
che degli ex combattenti, per di più veterani dei Reparti d'Assalto, non
solo si sottraessero alla strumentalizzazione mussoliniana del loro disagio
di reduci, ma vi si opponessero anche con le armi, contendento al fascismo,
assieme alle bandiere nere, l'eredità "spirituale" dell'arditismo di guerra.
Così quando sui libri di storia ci si imbatte nelle origini del fascismo
difficilmente si riesce a comprendere quali furono i ruoli rispettivamente
giocati da arditi, futuristi, legionari fiumani e sindacalisti rivoluzionari
in una situazione politico-sociale, confusa e contraddittoria quale era
quella del primo dopoguerra. Questa ricerca si propone di ripercorrere
quel periodo storico fatidico, sulle tracce che dal fango delle trincee
della Grande Guerra, passando per Fiume e attraverso l'Occupazione delle
Fabbriche, portarono alle barricate dell'autodifesa proletaria.
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IL GIORNO
PIU' LUNGO. MOMENTANEAMENTE ESAURITO Al gran parlare
che si è fatto attorno al '68 corrisponde un altrettanto sospettoso silenzio
sulla ripresa delle lotte operaie in quell'anno e, in particolare, nel
'69. A questo riguardo gli scontri tra polizia e dimostranti avvenuti
il 3 luglio 1969 a Torino segnano una data emblematica. Per coloro che
lo vissero, quello fu davvero un giorno lunghissimo: iniziò alle prime
luci dell'alba, con la partecipazione ai picchetti davanti ai cancelli
di Mirafiori; proseguì nel primo pomeriggio, con l'adesione alla manifestazione
indetta dall'Assemblea operai e studenti; si protrasse fino a notte inoltrata,
dopo che la polizia aveva impedito con la forza il corteo e i gruppi di
manifestanti, invece di tornarsene a casa, decisero di rimanere in Corso
Traiano dando vita, assieme agli abitanti del quartiere, a un duro e ripetuto
confronto con le forze dell'ordine. All'epoca, l'episodio trovò vasta
eco sui giornali, fu oggetto di discussioni e di interpretazioni, divenne
il simbolo e lo spartiacque della ripresa della lotta operaia con contenuti
e forme organizzative nuove. Era l'inizio di quello che sarebbe passato
poi alla storia come l'"autunno caldo", anticipato dalla lotta spontanea
e autorganizzata che, nella primavera, aveva sconvolto per due mesi i
reparti della più grande fabbrica italiana. Gli anni Settanta, con i loro
grandi movimenti di massa antagonisti al sistema capitalistico, erano
alle porte. In appendice testimonianze di Mario Dalmaviva e Luigi Bobbio.
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"UN FIORE
SELVAGGIO". SCRITTI SCELTI E NOTE BIOGRAFICHE La pubblicazione
dei brani di Abele Ricieri Ferrari (Renzo Novatore) è sia un omaggio a
una figura "paradigmatica" di intellettuale maledetto (ingiustamente dimenticato),
sia una utilissima panoramica sulla cultura militante del primo inizio
di secolo. Renzo Novatore, nato ad Arcola (SP) nel 1890, fu poeta, filosofo,
artista e militante anarchico. Morirà giovanissimo, colpito a morte in
un conflitto a fuoco con la polizia, a Teglia, nel 1922 |
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PIETRO
GORI. IL CAVALIERE ERRANTE DELL'ANARCHIA Pietro Gori
(1865-1911) è sicuramente uno degli anarchici più noti, in Italia e all'estero.
La sua figura è saldamente intrecciata alla vicenda del movimento operaio
delle origini ed è stata al centro dei processi politici e organizzativi
di notevole importanza, come la fase di costituzione del Partito dei lavoratori
italiani e dell'Internazionale operaia e socialista negli anni Novanta.
Eppure egli rimane, per coloro che ancora lo ricordano, quasi esclusivamente
"il cavaliere dell'anarchia", cioè un personaggio confinato in una dimensione
astorica e volontaristica, nel mondo dei sogni e dei desideri di mutamento.
Lo studio di Antonioli non è una biografia di Gori, bensì una sorta di
biografia della sua immagine, una ricostruzione del processo di formazione
di un mito che mise solide radici, soprattutto ma non solo in Toscana,
e durò a lungo, superando anche il fascismo, per spegnersi poi gradualmente
con la scomparsa di quel mondo e di quella comunità che lo avevano prodotto.
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DURRUTI
E LA RIVOLUZIONE SPAGNOLA Tomo 1 Questo primo tomo della monumentale biografia di Buenaventura Durruti (1896-1936), frutto di anni di ricerche, arriva fino alla vigilia dello scontro con i generali golpisti, il conflitto che scatena la Rivoluzione Spagnola. E' il primo periodo, per Buenaventura, della crescita umana e della formazione politica. Lotte, galere, fughe, esìli trasformano il giovane apprendista fabbro nel leggendario leader dell'anarchismo spagnolo. Espropriatore e organizzatore sindacale, pistolero e fondatore di collane editoriali ha sintetizzato e simboleggiato nella sua vita gli sforzi rivoluzionari e le tensioni libertarie di milioni di altri suoi compagni, uomini e donne che hanno fatto grande la lunga stagione dell'anarchismo spagnolo. Abel Paz (alias letterario di Diego Camacho, Almeria 1921) militante e storico dell'anarchismo iberico, vive la Rivoluzione del 1936 da quel pribilegiato punto di osservazione che era Barcellona e conosce in prima persona le collettività agricole catalane. Intransigente oppositore delle dittatura franchista in patria, dove sconta dodici anni di carcere fra il 1942 e il 1954, e dall'esilio francese è autore di molti lavori editi e inediti, tradotti in varie lingue. Fra le sue opere ricordiamo Crònica de la columna de ferro (1984) e Los Internacionales en la Region Espanola 1868-1872 (1993) e un'autobiografia in quattro volumi. DURRUTI: NS PREZZO ENTRAMBI I VOLUMI EURO 20
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DURRUTI
E LA RIVOLUZIONE SPAGNOLA. Tomo 2 Nel luglio
del 1936 la Spagna è scossa da un tentativo di golpe che ben presto si
infrange contro la rabbiosa reazione popolare organizzata dalle forze
proletarie, fra le quali la FAI e la CNT. Insieme alla resistenza armata
inizia una delle più importanti esperienze rivoluzionarie: le principali
proprietà nel settore industriale, nei trasporti e nell'economia agricola
vengono espropriate e collettivizzate. La Catalogna è fra le regioni dove
più ampio è questo esperimento, grazie anche all'apporto del movimento
anarchico e anarcosindacalista, del quale Buenaventura Durruti è l'anima
e il braccio: partecipa alla sollevazione di Barcellona, poi parte per
Saragozza alla testa di una Colonna che porta il suo nome e infine accorre
in difesa di Madrid, città nella quale troverà la morte a causa di un
banale incidente. Questo secondo tomo della monumentale biografia scritta
da Abel Paz, descrive gli ultimi travolgenti mesi della vita di Durruti
e assieme racconta la speranza e la tragedia di un popolo, quello spagnolo,
che verrà piegato solo dopo tre anni di estenuante guerra civile: un conflitto
che aprirà la strada alla Seconda Guerra mondiale. |
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GUERRA
DI CLASSE E LOTTA UMANA. L'ANARCHISMO IN ITALIA DAL BIENNIO ROSSO ALLA
GUERRA DI SPAGNA (1919-1939) Questo libro ricostruisce, per la prima volta, in maniera dettagliata la storia dell'anarchismo italiano nel periodo tra le due guerre mondiali (1919-1939). La ricerca mette in rilievo l'importante ruolo di Errico Malatesta e del movimento anarchico nel Biennio rosso e nella prima opposizione armata al fascismo che finora gli storici mai avevano considerato nella giusta dimensione. La documentazione raccolta si basa essenzialmente su fonti d'archivio inedite che delineano una continuità di presenza politica del movimento libertario anche nel periodo della clandestinità, dopo le leggi eccezionali del 1926, fino al decisivo contributo alla formazione della prima colonna di volontari italiani antifascisti in Spagna nell'agosto 1936. |
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IL SOVVERSIVO. Nato come un'indagine sul caso Serantini, l'anarchico di vent'anni ucciso dalla polizia a Pisa nel maggio del 1972, questo libro offre ancora oggi un'immagine esemplare della gestione del potere in Italia, e al tempo stesso un quadro popolare ricco di partecipazione umana. Il protagonista è un ragazzo come tanti, ucciso due volte, prima dalla violenza e poi dall'ingiustizia delle istituzioni. Attorno a lui ruotano una città partecipe e un Paese lacerato. Una storia esemplare che, a trent'anni di distanza, mantiene la sua tragica attualità anche alla luce di fatti che tendono a riproporsi, diversi nelle modalità ma simili nella sostanza. In un'epoca in cui gli strumenti mediatici non esistevano e non potevano essere usati per sconfessare la "verità ufficiale" del Palazzo, Stajano - vincendo ogni possibile tentazione romanzesca - seppe dare vita, sulla base di documenti e testimonianze, a un libro di grande successo che contribuì a ristabilire la verità dei fatti. |