ieri una sessantina di persone hanno contestato il presidio che la Lega Nord (come al solito una decina di pagliacci in tutto protetti dalla polizia) aveva indetto sotto casa, nel quartiere di S. Salvario, di uno dei 5 anarchici incarcerati lunedì per essersi opposti ad una retata della polizia e scarcerati due giorni dopo; i leghisti avevano indetto il presidio proprio per protestare contro la scarcerazione.
Dopo la rittirata dei leghisti c'è stato un mini corteo per le vie di S. Salvario e poi, a termine dell'iniziativa, una trentina di persone circa sono state fermate e identificate dalla polizia mentre se ne stavano tranquillamente sedute nel vicino Parco del Valentino.
Ricordiamo che domani si svolgerà un altrro presidio a Porta Palazzo.
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da Repubblica:
Blitz di anarchici nella sede del quotidiano Torino Cronaca
Un gruppo di giovani anarchici ha compiuto oggi un blitz nella redazione del quotidiano locale Torino Cronaca, nel quartiere San Salvario, al termine di una contromanifestazione organizzata per contrastare un presidio della Lega Nord.
Sono stati spaccati vetri, buttati a terra computer e schedari e fatte scritte con la vernice nera contro il quotidiano.
La sede del giornale - che il sabato e la domenica è chiuso perchè non va in edicola la domenica e il lunedì - si trova all'interno di uno stabile in via Principe Tommaso, insieme alle sedi di alcune società di servizi. Con uno stratagemma, tre giovani si sono fatti aprire il portone e poi sono entrati, sfondando a calci una porta a vetri, nella segreteria di redazione del giornale. Davanti ad una dipendente atterrita, i giovani hanno devastato il locale e, dopo avere fatto su una porta il simbolo dell'anarchia, una A con un cerchio intorno, sono scappati. Altre scritte contro il giornale e il suo direttore sono state fatte all'interno dell'androne e sul muro esterno dello stabile. (Red)
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San Salvario: ora basta!
Maggio è arrivato e a San Salvario è cominciata la stagione della caccia. I reparti d'assalto dei gendarmi sono ad ogni angolo, i loro drappelli armati battono il quartiere in cerca di prede. Davanti a loro corrono scodinzolando alcuni bravi cittadini della zona, segugi volontari che indicano ai cacciatori dove colpire. Dietro, tanta gente che guarda e sta zitta, che assiste alla caccia facendo finta di nulla come se fosse una cosa normale, come il cambio delle stagioni o lo scorrere delle nuvole portate dal vento. Ma in questo mese, a San Salvario, si è aperta la caccia all'uomo.
Niente di nuovo, in realtà, sotto i cieli torinesi. Controlli, pattugliamenti, retate e pestaggi sono all'ordine del giorno in tutta la città, da qualche anno ormai. Ma ora i reparti d'assalto danno il meglio di sé a San Salvario: li vediamo in azione tutti giorni, ed è proprio quello che siamo costretti a vedere per le strade del nostro quartiere che ci impedisce di tacere.
Tutto il male che si dice a San Salvario sull'operato della polizia e dei carabinieri è vero, e nessuno può ignorarlo. È vero che i gendarmi, all'ombra dei cespugli del Valentino, derubano e ricattano gli immigrati che capitano loro a tiro. È vero che i metodi sono sempre stati spicci nelle caserme e nei posti di polizia. È vero anche che le prostitute che vengono fermate debbono spesso sottostare alle voglie dei questurini.
Ma quel che sta succedendo in questi giorni è che l'arroganza e la violenza dei gendarmi non ha più bisogno di nascondersi nelle stanza discrete della questura o ripararsi nella desolazione dei parchi pubblici: ora, alla luce del sole e di fronte ai passanti, la polizia può inseguire, aggredire e malmenare chi è sospettato di non avere i documenti giusti per respirare l'aria delle nostre città.
Quel che ci angoscia e ci fa rabbia non sono i lamenti di alcuni commercianti che chiamano la polizia per vendere qualche profumo in più; non sono le pacche che il sindaco distribuisce sulle spalle dei soldatini dei reparti d'assalto, spossati per il troppo lavoro; non sono le menzogne e gli allarmismi dei giornali; non sono neanche le violenze dei gendarmi ad indignarci. Tutti questi fanno il loro mestiere, più o meno come sempre.
Quello che ci fa tremare i polsi è l'indifferenza di chi guarda. Chi ci fa paura sono tutte quelle brave persone che, dopo aver appeso la bandiera della pace sul proprio balcone, non si accorgono o fanno finta di non accorgersi che la guerra è proprio sotto casa. Come è possibile non avere niente da ridire quando poliziotti armati fino ai denti inseguono donne la cui colpa è quella di ritrovarsi in strada per sopravvivere? Come è possibile che i cuori non sobbalzino quando le speranze e i progetti di tanti uomini e tante donne che arrivano a Torino si infrangono sulle portiere delle volanti? Come riuscire a stare ancora fermi e tranquilli quando, pesti e ammanettati, questi vengono rinchiusi nel lager di Corso Brunelleschi?
Chi oggi accetta tutto questo senza battere ciglio, presto sarà pronto ad accettare qualsiasi cosa. Se oggi la caccia al clandestino è una cosa normale, domani diventerà normale che i reparti d'assalto sfondino nottetempo le porte delle nostre case in difesa di un potere sempre più totalitario e repressivo. Allora sì che San Salvario sarà pulita e lucidata, ma a tutto profitto degli speculatori del comune e delle agenzie immobiliari, e non ci sarà più posto per chi non è un ricco, un padrone, un giornalista, un poliziotto o anche solo un piccolo, pidocchioso, mercante di profumi.
Alcuni abitanti di San Salvario - Torino