Lunedi 31 gennaio 2000 alle 14.30 circa è stata emessa sentenza di condanna in primo grado contro il compagno silvano pellissero: sei anni e dieci mesi di carcere.
Alla notizia della sentenza, mentre ai compagni presenti in udienza veniva impedito di lasciare il tribunale, all'esterno si verificavano subito tafferugli con le forze dell'ordine, che con brevi cariche convergenti riuscivano a chiudere il grosso della gente riunita per dimostrare solidarietà a silvano.
Così "scortati", un centinaio di compagni sono riusciti a riparare all'interno dell'asilo occupato di via alessandria, che dista solo pochi isolati, in una cornice di pestaggi continui sparsi per il quartiere nei confronti di chiunque cercasse di raggiungere la casa occupata.
Alcuni fermati tra i presenti, subito trasferiti in questura e rilasciati in serata, e una compagna portata in ospedale in ambulanza, accompagnata dall'avv. novaro. 5 arresti per resistenza aggravata e l'incrinatura delle vertebre cervicali. Per tutta la sera torino ha visto alcuni "punti chiave" della città presidiati da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa.
In attesa che venga depositata la sentenza per conoscere le motivazioni che hanno indotto l'organo giudicante ad accogliere le richieste dei p.m. Laudi e Tatangelo, l'enormità della pena comminata lascia supporre che siano stati confermati pressocchè tutti i capi d'imputazione. Infatti le richieste dell'accusa arrivavano a sette anni di reclusione. Ciò significherebbe che a silvano siano stati dati anche banda armata e associazione sovversiva. Va sottolineato che, dopo le rivelazioni fatte in udienza dagli inquirenti sulla loro originaria convinzione dell'estraneità di sole e baleno ai fatti contestati quindi al solo silvano, il nostro intraprendente compagno avrebbe commesso i reati contestatigli in associazione con ignoti, ovviamente.
Va anche ribadito che le accuse più pesanti, all'inizio della vicenda definite da Laudi come accompagnate da prove granitiche, non sono assolutamente state provate in aula. Il famoso nesso eziologico che dovrebbe sussistere tra la condotta dell'imputato e i fatti a lui contestati non è assolutamente stato dimostrato.
Ovviamente, la difesa presenterà ricorso.