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2005-09-30

Torino : Corteo contro gli sgomberi e la repressione.

TORINO ORE 16

CONCENTRAMENTO CORSO GIULIO CESARE - STAZIONE TORINO CERES

TORINO E' LA MIA CITTA'
<br />

(... in previsione di una concentrazione nazionale su repressione, olimpiadi, TAV e la miseria di questi giorni!)



Lunedì 26 settembre 05 a Torino vengono sgomberate Rrosalia e Alcova, due case occupate dentro i Giadini Reali. Stessa sorte toccava al Fenix circa due mesi fa e nella stessa operazione nove persone finivano agli arresti in seguito ad un presidio al C.P.T. di C.so Brunelleschi e ad una manifestazione antifascista che rispondeva all'accoltellamento di due compagni al Barocchio. Così la Torino di sinistra si prepara ad accogliere le Olimpiadi, mostrando cinicamente una faccia pulita e

luccicante di città moderna e asettica, dove non esiste più spazio nel proprio centro per case occupate, immigrati e quartieri popolari che vanno trasformati in zone residenziali. Ma c'è ben altro.
In questo contesto, il tentativo di eliminare gli spazi sociali conquistati alla noia, e soprattutto espressione della necessità di reprimere vitalità critica ed opposizione allo squallore mortifero del sistema dominante, cancellando così la realtà e la storia di esperienze radicali e perciò "infettive". Che il contagio inizi!!!
L'occupazione di uno stabile è stata infatti per lungo tempo una forma di autorganizzazione proletaria, cioè dei lavoratori, degli immigrati, degli studenti e di tutti i diseredati: di noi gente, tanto per rinfrescare la memoria. A maggior ragione, torna ad essere oggi un buon metodo per ribellarsi attivamente alla vita di miseria che questo stato di cose ci riserva. Tra la difficoltà di arrivare a fine mese e l'isolamento coatto imposto alle nostre singole esistenze, ciò che fa veramente paura al potere è la possibilità che gli sfruttati prendano una coscienza collettiva. Di conseguenza ogni forma di aggregazione e di lotta deve essere addomesticata o repressa. E quale migliore scusa dei Giochi Olimpici?
Questo pupazzo di neve dalle tasche gonfie non gioverà certo a chi vivrà in una città militarizzata o a chi vedrà le proprie valli massacrate dai cantieri nei quali, oltretutto, viene sfruttata la manodopera di interinali e immigrati dove, se non si muore, si può essere espulsi o internati negli "accoglienti" lager cittadini. Le Olimpiadi di Atene insegnano...
Come sempre i soliti porci ne trarranno profitto: industriali, multinazionali, istituzioni - o chi per essi - più qualche
cinico speculatore e sicuramente, il controllo sulle nostre vite (che delle Olimpiadi o del TAV può farne a meno).
Già oggi nei rapporti tra le persone lo stato di polizia si è rubato uno spazio. Fin d'ora le nostre telefonate sono


schedate obbligatoriamente, nelle strade l'occhio delle telecamere e gli sbirri di quartiere vigilano sulla nostra sicurezza, quando in realtà ciò che conta per il potere, è la sicurezza che nessuna persona trovi nel proprio vicino un complice con cui ribellarsi a questa insulsa esistenza. Non vogliamo adagiarci sui ritmi della guerra, della violenza repressiva di uno stato"democratico" che ci dissangua e che in nome di una libertà presunta incarcera ogni dissenso, devasta l'ambiente e sgombera gli spazi autogestiti che gli si oppongono.

Mai e poi mai lasceremo le nostre case, le nostre strade, i nostri quartieri; mai e poi mai rimarremo come spettari isolati e separati di fronte all'esproprio delle nostre vite, del nostro tempo, del nostro amore.


Solidarietà tra gli sfruttati 10, 100, 1000 occupazioni.
senza tregua per il conflitto sociale

Alcova occupato- Rrosalia occupata