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2001-04-30

Roma: processo ai redattori di Radio Black Out




Venerdì 27 aprile a Roma si è tenuta un\'altra udienza del processo contro tre redattori di Radio Black Out, accusati di aver falsificato l\'ormai famoso documento dei carabinieri del ROS sull\'inchiesta / processo Marini.


L\'udienza è stata rinviata al 12 dicembre, e il processo in sé sembra trascinarsi sui fantasmi di prove inesistenti. L\'unica cosa che è apparsa certa è che il documento dei ROS è un falso; questo è infatti ciò che hanno verificato i Carabinieri, indagando su se stessi nei propri uffici per vedere se effettivamente avevano complottato per sbattere dentro gli anarchici con accuse per centinaia d\'anni di carcere.


Due dei redattori -quelli presenti in radio quella famosa mattina- sono indagati per aver portato il documento in Questura (operazione obbligatoria al fine di poterne dare pubblica notizia tramite radio e non solo), il terzo solo perché ha degli ottimi moventi, essendo non solo redattore della radio ma anche uno degli imputati nel processo Marini; nella penultima udienza addirittura il giudice ha chiesto agli ufficiali del ROS che stavano deponendo in che modo questo terzo imputato fosse stato inserito nel procedimento: le risposte non sono state, diciamo, esaurienti.


E\' evidente che questo processo (non a caso instruito da un \'delfino\' di Marini) va a traino di quell\'altro ben più grosso che, ricordiamo, si è concluso in primo grado con 13 condanne -alcune delle quali pesantissime- ma con la ricusazione delle accuse di tipo associativo (quelle che costituivano il cardine del processo: banda armata, associazione sovversiva...); processo per il quale Marini ha fatto appello e che presumibilmente inizierà nel 2002.


Al di là quindi delle valutazioni generali, è utile ricordare come il significato di questa routine repressiva stia nel fatto che i ROS si siano accaniti contro i pochi (pochissimi) che hanno seguito con costanza, coerenza e tenacia tutta la vicenda Marini, pagandone non poche conseguenze: radio Blackout ha avuto sabotaggi materiali, controlli, perquisizioni, sequestri in diverse occasioni eccetera proprio per aver voluto parlare di ciò che, come allora confidarono alcuni giornalisti a Roma durante una conferenza stampa degli avvocati, non doveva essere reso pubblico in nessun modo.


La vicenda Marini, nelle sue forme di repressione, continua pacatamente: per Antonio Budini, in carcere da Natale con l\'accusa formale di furto d\'auto, hanno lanciato una ennesima accusa di associazione sovversiva coinvolgendo altri anarchici del Trentino, il magistrato Marini non manca occasione di tirare fuori le sue allucinazioni ad ogni spunto di cronaca (anche per l\'ultima bomba di Roma non ha mancato di esibirsi in conferenze stampa e tv parlando dei responsabili come di quegli anarchici \'recentemente assolti a Roma\' , delle pubblicazioni di area etc.), per alcuni detenuti anarchici in Spagna si sono sprecate parole e indagini per incolparli come mandanti di alcune pacchi bomba spediti colà...


Insomma, gli stipendiati pubblici lavorano, come al solito, in tutte le direzioni.


Il pericolo è solo farci l\'abitudine.



Mario Spesso


El Paso occupato - Torino, Italy